Fiaccolate separate in casa e mulino bianco

 

Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di una pausa di silenzio dopo l’ultimo shock dello strangolamento e dell’abuso post mortem di Sarah Scazzi che un altro femminicidio ci obbliga alla stessa fatica di Sisifo.  A spingere in salita questo pesantissimo masso, delle riflessioni, delle fiaccolate, delle parole, della rabbia al vento.

Passano venti quattro-quarant’otto ore, a volte solo un’ora, cinque minuti, e il masso ci rotola addosso, ci travolge, torna di nuovo in fondo dove sono gli altri massi degli stereotipi, dell’indifferenza, della sprovvedutezza, della disattenzione colpevole, della malafede culturale. Nei confronti delle donne.

E’ certo che se lo sdegno rimane isolato, se resta su facebook, tra le amiche, su un testo, produce poco. La prospettiva di lotta è durissima per cambiare una mentalità, quel fondo torbido e melmoso dove le donne che ci capitano affondano senza scampo e senza aiuto.

La mentalità della proprietà maschile del corpo della donna. Il possesso esclusivo  dei suoi affetti.

Occorre crearsi una motivazione profonda della necessità della lotta (termine che in fondo non ci piace), del lavoro intenso che ci aspetta per incidere nella società che ruba i nostri corpi e le nostre immagini e non ci rispetta. Ci è contro nella sostanza e nei fatti.

Non c’è lotta o lavoro che possa avere un risultato allargato se non vi è unione, associazione. La miriade di associazioni femminili resta frammentata, forse soffre anche di una sorta di campanilismo, nella prospettiva velleitaria di dire la parola nuova e diversa. Poco o nulla c’è da dire di nuovo, bisogna unirsi, entrare nella cosa pubblica e amministrare, incidere nella comunicazione, ampliare le consapevolezze. 

 

Petronilla Sanfilippo è l’ultima, ma non l’ultima. A chi toccherà nelle prossime ore? 

Una relazione burrascosa – l’uomo, tossicodipendente e senza lavoro, ha sfondato il cranio della donna nella sua stanza da letto. Un omicidio d’impeto, secondo il colonnello Roberto Fabiani, del Gruppo carabinieri Monza, titolare dell’indagine” (Corriere, 7/10/2010).

Le indagini si sono concentrate da subito su quel compagno difficile, la scena del delitto lasciava pochi dubbi: quasi una firma per un delitto passionale, non premeditato, frutto di un’esplosione di ira furiosa,  aggravata dall’improvvisa irreperibilità del disoccupato  (Repubblica-Milano, 7/10/2010).

Coltellate al fianco e il cranio fracassato dal ferro da stiro in camera da letto. Un simbolo beffardo il ferro da stiro, si direbbe pensato con estrema perfidia dalla casualità se non dallo stesso femminicida. E il luogo, la camera da letto dice più di una trattazione sistematica.

Un serial killer virtuale sceglie i luoghi, le donne, le situazioni. Non è il raptus, diamine! E’ una forma di educazione, un comportamento appreso, un modo di conoscere, un modo “tipico” di percepire l’altro sesso con egocentrismo.

Ancora il cronista e l’ufficiale usano il linguaggio di rito del mattinale di nera. Il delitto è omicidio, non viene avvertita l’esigenza almeno di adeguare il termine. Delitto passionale, non premeditatoira furiosa … Il delitto passionale fa pensare che, poverino, voleva troppo bene e non ricambiato, poi a un certo punto non ha capito più niente… ed è successo …! Tossicodipendente e disoccupato. Insomma attenuanti formali.

 

Lo zio di Sarah adesso è mostro. Il profilo dato da conoscenti e amici è quello che prevale: nessuno avrebbe mai sospettato (sugli insospettabili1/2 vedi post 11 agosto), normalissimo lavoratore, brava persona dalla mattina alla sera in campagna … 

Secondo l’ufficiale, «il profilo psicologico di chi compie un delitto d’impeto è compatibile con quello di un soggetto che poi simula il ritrovamento casuale del cellulare della vittima e che sa gestire lo stress».

Adesso viene descritto l’orco, il mostro, con grande dovizia di particolari, ma senza un minimo di chiave di lettura né criminologica ne sociologica. Se avvengono delle rapine con determinate modalità ricorrenti in tutto il territorio nazionale, anche il meno dotato degli appuntati capisce che è la stessa banda. Per una così violenta mattanza che ha per soggetto le donne da nord a sud, per restare in casa, non si riescono a indicare cause e affrontarle a livello istituzionale. E mica possiamo mettere un carabiniere in ogni famiglia, qualcuno direbbe …

Salvo se l’omicida, pardon, il femminicida non sia pakistano. Allora la ministra delle Pari Opportunità  con grande clamore dice di costituirsi parte civile e che non verranno tollerati usi e costumi contrari alle leggi italiane e quindi chi non si integra va buttato fuori dall’Italia.

 “Chi compie violenze e abusi contro le donne, chi addirittura pensa di disporre della loro vita, non può e non deve trovare accoglienza nel nostro Paese”  ritorcendo il problema sull’etnia. Sul suo sito grondano le approvazioni, non saremo tanto ingenue da cercarvi voci critiche.

 Ma il grosso dei violenti sta in Italia, come la mettiamo …  Anche i liceali che svolgono il temino di attualità sulla violenza alle donne sanno che le violenze per il 70-70-70-70-70-70-70% (non è errore di tasto) si svolgono in famiglia. Sono i buoni padri, fidanzati, mariti, conviventi, nonni, fratelli, figli, gli zii grandi faticatori. Lo zio di Sarah non è un lampo a ciel sereno, proviene da un cielo perennemente gonfio di tempesta.

Se non vi va di chiamarli femminicidi, fatevi almeno la domanda elementare: ma che cos’è questa catena quasi giornaliera di morte ammazzate? Uno straccio di chiave topografica-criminologica-sociologica dovrà pure esistere da qualche parte …

 

Così oggi 8 ottobre, fiaccolata indetta dalle Istituzioni a Novi di Modena promossa dall’Unione dei Comuni delle Terre d’Argine per l‘uccisione di Bègm Shnez a colpi di pietra.

Domani 9 ottobre fiaccolata di Donne a Novi, indetta fin dalle prime ore dopo l’uccisione di Bègm da un’altra Unione: delle Donne in Italia. Due fiaccolate separate in casa. UDI Novi, Carpi, Modena, UDI Nazionale, scrivono alla Sindaca con rammarico … ci saremmo aspettate dalle istituzioni sostegno e riconoscimentoLa Commissione Pari Opportunità dell’Ente, poi, trova più naturale stare con gli enti locali che con le donne … 

Mi meraviglio e mi rammarico del fatto che, anziché trovare un accordo con le Donne dell’UDI, che già avevano organizzato una fiaccolata, abbiate voluto farne il doppione il giorno prima. Che senso ha? Scrive Ernestina Galimberti dell’UDI di Cernusco alla sindaca di Novi.

E Stefania Cantatore, UDI Napoli: Mi rendo conto leggendo, l’uno e l’altro comunicato, che se la proposta “estetica” è la stessa, le motivazioni sono differenti, quindi assolutamente non concorrenti.

La fiaccolata dell’8 è per l’integrazione, mentre quella del 9 è contro il femminicidio

Se potrà, io l’aspetterò a Novi, che non è la mia città ma è più che mai il mio Paese.

 

Un comunicato stampa del CIF, Centro Italiano Femminile, della Presidenza di Roma e diramato da CIF Carpi (6/10/2010) gronda un fraseggio maldestro che spiace definire razzista:

Immigrazione: un SOS per la questione femminile   

 “E’ davvero inaccettabile che si possano giustificare comportamenti violenti nei confronti delle donne perché espressione di usi e costumi dei paesi dai quali si proviene, usi e costumi comunque primitivi e violenti. Chi vive in Italia ha l’obbligo di rispettare la nostra Carta Costituzionale, posta a fondamento della convivenza civile.

Segue apprezzamento alla  ministra Carfagna per la volontà di costituirsi parte civile contro l’uccisore marito di Bègm Shnez. E siccome il problema è solo di barbarie etnica il comunicato suggerisce il farmaco:

… auspica in tal senso una campagna di promozione culturale e sociale a favore delle comunità di immigrati: spot televisivi, corsi nelle scuole, corsi di formazione da svolgersi anche nei posti di lavoro e indirizzati a tutti, donne e uomini immigrati …

La chiusa:

… ripropone con forza modelli  culturali e familiari, basati sull’educazione e sulla reciprocità di coppia.

Un grande passo avanti sulla conoscenza del problema, per il resto ci pensa già il Mulino bianco.

Il popolo di Facebook intanto si esprime.

Due gruppi maschilisti misogini americani sono stati prontamente rimossi dalla polizia postale di Catania: “Michele Misseri e’ un eroe” e “Fans di Michele Misseri”, chiedevano “giustizia per questo povero uomo…” invitando a “non difendere la mocciosa”, perché, scrivevano, Michele Misseri “ha fatto la cosa giusta”. (Italiainformazioni.com – 105348 )

E un pensiero di Alyssa sulla povera Sarah raccolto su  fb :

Sei morta in un modo bruttissimo, nn dovrebbe accadere a nessuno. per questi bastardi ke stanno in giro nn basta stare attenti agli estranei ora anche hai parenti. cmq addio ora sarai in pace“.

Bisogna informare Alyssa: ai parenti molto di più che agli estranei.   

1 Commento

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Una risposta a “Fiaccolate separate in casa e mulino bianco

  1. grandi le amiche dell’Udi Reggio….questo vostro mi ha chiarito in maniera definitiva un’idea che mi ero fatta (a proposito di un’associazione femminile).
    per quanto riguarda il discorso “l’unità è donna, ma le donne tanto unite, a volte….”ci sarebbe tanto da dire e confrontarsi, e condivido assolutamente quanto scrivete.
    ho paura dello stare immobile, tra l’orrore e le crociate…
    Grazie!

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